Uno degli elementi più importanti della Legge Melandri, almeno per quanto riguarda le casse e quindi i ricavi dei club derivanti dai diritti audiovisivi, è sicuramente il criterio di ripartizione degli incassi derivanti dalla commercializzazione dei diritti nel calcio italiano.
È l’articolo 25 della Legge Melandri a spiegarci che “la ripartizione deve essere effettuata in modo da garantire l’attribuzione in parti uguali di una quota prevalente, nonché l’attribuzione delle restanti quote anche in base al bacino di utenza e ai risultati sportivi conseguiti da ciascuno di essi; fermo restando che la quota delle risorse da distribuire in parti uguali fra tutti i partecipanti a ciascuna competizione non può essere inferiore al 40% e che la quota determinata sulla base del risultato sportivo non può essere inferiore a quella determinata sulla base del bacino d’utenza.
Nel calcio italiano, in particolare in Serie A da questa stagione grazie alla Legge di Bilancio, la percentuale di ripartizione prevede 3 quote: suddivisione di un 50% in parti uguali, 28% per risultati sportivi e 22% per radicamento sociale.
Dopo una spiegazione lunga ma dovuta su Legge Melandri e diritti audiovisivi nel calcio italiano, vediamo quanto guadagnano le squadre di calcio italiano dalla vendita dei diritti.
Dall’ultimo triennio Lega Serie A ha distribuito ai club 1,068 miliardi di euro netti all’anno: Il ricavo complessivo è di circa 1,3 miliardi ma a questi vanno infatti sottratte alcune “spese” come i soldi che vengono utilizzati per il paracadute (che viene distribuito alle 4 squadre retrocesse) o per l’advisor (a partner di Lega Serie A come Infront che organizza e gestisce il bando dei diritti).
Proprio 4 giorni fa Matteo Spaziante ha pubblicato su Calcio e Finanza la proiezione dei guadagni di questa stagione.
Complessivamente, nella stagione 2021/22 saranno distribuiti ai club circa 940 milioni di euro per quanto riguarda i diritti tv. Le cifre sono distribuite tenendo conto di questi parametri:
· una quota pari al 50% è ripartita in misura identica tra tutte le società partecipanti al campionato di Serie A (circa 470 milioni);
· una quota pari al 15% sulla base della classifica e dei punti conseguiti nell’ultimo campionato (circa 140 milioni);
· una quota pari al 10%, sulla base dei risultati conseguiti negli ultimi cinque campionati (circa 94 milioni);
· una quota pari al 5%, sulla base della graduatoria formata tenendo conto dei risultati sportivi conseguiti a livello nazionale e internazionale dalla Stagione Sportiva 1946/47 alla sesta antecedente a quella di riferimento (circa 47 milioni). Questi risultati danno vita a una classifica che vede prima la Juventus, secondo il Milan e terza l’Inter e in base a queste posizioni vengono distribuiti i ricavi da diritti tv;
· una quota pari all’8%, sulla base dell’audience televisiva certificata da Auditel (circa 75 milioni);
· una quota pari al 12%, sulla base degli spettatori paganti che hanno acquistato il titolo di accesso per assistere alle gare casalinghe disputate negli ultimi tre campionati (circa 113 milioni): le cifre degli spettatori in questo caso sono riferite al triennio 2017/18, 2018/19 e 2019/20 come deciso dai club della Lega Serie A.
Qui trovate la proiezione dei guadagni tenendo conto dell’attuale posizionamento dei 20 club di Serie A.