Qualche giorno fa, al Gran Teatro del Liceu di Barcelona si è tenuto un concerto di musica classica intitolato Concerto para el bioceno, pensato dall’artista concettuale Eugenio Tampudia ed eseguito difronte a un pubblico di oltre duemila piante. La performance è un espediente molto raffinato per far riflettere sulle gravi problematiche che il COVID-19 sta causando a tutto il settore della musica e dello spettacolo dal vivo, ancora oggi tra quelli con maggiori criticità e con più interrogativi per il futuro. Ma è anche un’occasione per tornare a parlare di un tema pieno di storie bellissime, ovvero: le piante ascoltano la musica? Diciamo che è una suggestione che in varie forme ha stimolato la fantasia umana e la ricerca scientifica, che pian piano sta fornendo risposte sempre più dettagliate verso una dimostrazione pratica.
La neurobiologia vegetale è una disciplina relativamente giovane, che si occupa di studiare il modo in cui le piante comunicano con l’ambiente circostante in varie forme, tutte utili alla loro sopravvivenza, a quella degli altri esemplari della loro specie e alle specie che fanno parte del loro habitat.
In altre parole le piante sono intelligenti e uno dei portavoce di questa tesi è Stefano Mancuso, scienziato la cui fama va ben oltre a quella dell’ambito accademico, autore di saggi di enorme successo sul tema, come La nazione delle piante o L’incredibile viaggio delle piante entrambi editi da Laterza.
Per quanto riguarda la musica, ci sono buone ragioni per pensare che le piante percepiscano le vibrazioni e abbiano reazioni in base alle frequenze, alcuni studi di recente pubblicazione, ipotizzano la teoria lisergica secondo cui questo potrebbe avvenire attraverso i fiori.
In ogni caso, esistono moltissimi esempi di musica pensata per le piante, il cui esempio più celebre è l’album sperimentale Mother Earth’s Plantasia – Warm earth music for plants… and the people who love them capolavoro di Mort Garson de 1976, recentemente ristampato dalla Sacred Bones Records. Qui potete leggere la recensione di Pitchfork.
Nell’ultimo decennio, nella seconda metà con una particolare enfasi, abbiamo assistito a un esponente crescita dell’attenzione da parte della generazione dei millennial nei confronti delle piante domestiche, questo articolo accompagnato da un mini-documentario, prova a tracciarne il significato e fissare qualche punto.
Se vi piacciono le storie di mutanti, qui ce n’è una su alcune piante fluorescenti geneticamente modificate. Se invece siete dei romanticoni, qui e qui si parla di come i fiori che sbocciano nello spazio.
Per chi è tornato in ufficio, sarà tornato anche al classico dilemma, «ma la prendiamo una pianta?», qui ci sono un po’ di consigli su quali piante scegliere per arredare e migliorare l’aspetto dello studio. Se invece non riuscite a prendervi cura delle piante in ufficio, potete sempre guardare quelle negli altri.
Infine ci salutiamo con questo bell’articolo di Silvia Kuna Ballero traccia la storia delle malattie delle piante e come queste abbiano influenzato la storia dell’umanità nel corso dei secoli.
Bene, allora ciao, ci si rivede la prossima settimana!
|