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the moony files #30

Buongiorno, bentornato nella fanzine digitale di Lunetta11.
The moony files è la newsletter dedicata alla nostra arte, ai nostri artisti e al nostro territorio.

 
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ROMA ARTE IN NUVOLA
17-20 NOVEMBRE


 

La prossima settimana Lunetta11 sarà in trasferta a Roma per la fiera d’arte “Roma Arte in Nuvola” dove presenteremo tre artisti della nuova generazione, Brian Belott, Edoardo Manzoni e Pierluigi Scandiuzzi, in dialogo con le opere di Giulio Paolini. Veniteci a trovare! Livello 0, Stand E12 – F11

La Nuvola di Fuksas è in Viale Asia 40/44 – Roma.

CASA GRAMSCI - "POPOLO NUOVO" 
 

L'inaugurazione di domenica scorsa della mostra "Popolo Nuovo" a Casa Gramsci è stata bellissima! Grazie a tutti per essere passati. 

Per chi non l’avesse ancora vista vi ricordiamo che rimarrà aperta fino a domenica 4 dicembre, con il seguente orario: da martedì a domenica, dalle 10 alle 14.
Sono ancora disponibili alcune copie del primo numero del manifesto MADE IN POPOLO, per chi ci tenesse ad averne una copia si affretti, la tiratura è limitata!
 
Casa Gramsci è in Via Maria Vittoria angolo Via San Massimo.

 

Fotoreportage di Virginia Mingolla



 
Nicus Lucà e Marco Niccoli
ph. credit Viviana Berti

LOCAL TIPS - UNO SPORT D'ALTRI TEMPI, IL BALON ELASTICO

Poche cose come lo sport raccontano bene il folklore e l’anima di un territorio e dei suoi abitanti. Sarà per questo che spesso gli scrittori lo usano come media per narrare situazioni, sentimenti, tipicità. Permette di passare dal singolare al plurale, dalla descrizione specifica a quella generale sull’universo umano. La pallapugno, o meglio, il Balon in dialetto piemontese, rientra proprio in questa categoria. Pelota, pallacorda e paume, Fiandre, Terre Basche e Francia. Uno sport antico arrivato anche in Piemonte, quasi estintosi all’inizio del secolo scorso ma che non ha mai smesso di essere una consuetudine in Alta Langa - con tanto di federazione ufficiale e serie A. 

Originariamente in realtà parliamo di uno sport popolare, di strada. Bastavano una via, una palla e un po’ di sano agonismo. Ci si integrava perfettamente nella fisionomia della città: case, chiese, municipi entravano a far parte del campo. Nello sferisterio, il campo regolamentare, la lingua ufficiale è il dialetto. Si esulta e ci si arrabbia con le espressioni degli avi: lo spettacolo è in campo, ma gli spalti sono pittoreschi e coinvolgenti. 

Non solo, come raccontato da ex campioni, esser bravo alla pallapugno diventava uno status sociale. Nei paesi si diventava piccole celebrità, ammirati e rispettati. Gli atleti non saranno mai famosi come calciatori o quelli di altri sport più blasonati, ma qui sono eroi e amici per i quali vale la pena buttarsi nella mischia: il tifo è parte integrante di questi incontri e fa la differenza. Potenza, resistenza, gesti atletici ad effetto, ma soprattutto un legame forte con il territorio e con il campanile per il quale si gareggia. Le palle che fendono l’aria a gran velocità, i colpi sono sicuri e i movimenti repentini e potenti: ci vuole un gran fisico per queste gare, ma soprattutto ci vuole il senso di comunità e un forte legame con la cultura locale.

Beppe Fenoglio sembra aver giocato al Balon nel suo tempo libero. Sicuramente ne era un appassionato (così come di tutto ciò che era la tradizione dell’Alta Langa); seguiva le gare e allo sport ha dedicato anche diverse righe, come nel racconto Il Paese (in Tutti i Racconti, Einaudi, 2007, p. 360).

“La notizia si sparse in un baleno. Gente che stava a lavorare sulla mezzacosta di Mombarcaro fischiò verso casa perché venissero a ritirare le bestie e [scese] come si trovava, nelle flanelle fradice di sudore e nei calzoni impastati di letame. Quelli del paese già si stringevano intorno al campione. Augusto Manzo, campione italiano di pallone elastico, era arrivato su un’auto di piazza per visionare Sergio. La macchina si era parcheggiata a lato della chiesa, davanti alla privativa di Placido, e il campione stava procedendo verso il centro della piazza...” 

Augusto Manzo

Continuiamo dunque a celebrare il nostro territorio e i cento anni fenogliani anche attraverso questa sua passione. Nel racconto il più grande campione della storia di questo sport, Augusto Manzo appunto, arriva a San Benedetto Belbo per visionare una giovane promessa. Un altro grandissimo scrittore piemontese dell’epoca, Giovanni Arpino, descrisse direttamente la figura carismatica del Manzo: "Una mano destra enorme, con il pollice gonfiato e simile a una salsicciotto: un pugno che si è scontrato milioni di volte con un pallone a cinquanta, settanta chilometri orari. E un volto da grande capo indiano, o da capitano di lungo corso, legnoso e nobile, inciso da rughe che distendendosi lasciano scoprire un sorriso e uno sguardo intelligentissimi...” con degli occhi come “due fessure che studiano una traiettoria difficile”. 

Eroi locali, che raccontano bene le suggestioni dell’epoca. D’altronde, per tornare a Fenoglio, lo scrittore non è stato semplicemente un acuto indagatore della realtà sociale dei suoi compaesani, ma dal loro mondo ancestrale ha sempre dedotta il canto della storia; l'espressione più intima di un linguaggio scarno, essenziale come la loro vita. In tutto ciò il paesaggio, personaggio fra i personaggi, non assume mai l’aspetto di cornice ma di attore principale. Spesso, nel Novecento, gli altri scrittori inserivano nel contesto del racconto, come scena alternativa, un quadretto della natura; poí, dopo l'interruzione, la storia narrata riprendeva il suo ritmo. Per Fenoglio le Langhe sono il suo territorio, il suo paesaggio, ma anche un'elaborazione della mente, l'ambiente amato in cui l'uomo vive le angosce le sofferenze della vita e l'attesa della morte, ma dal quale trae l'energia per superare le difficoltà del dramma esistenziale. 

Se pensiamo all’Italia in generale, di ieri e di oggi, è difficile pensare a qualcosa che svolga questa funzione meglio dello sport. Calcio o Balon fa poca differenza: entriamo in un campo quasi metafisico, tra razionale e irrazionale. In poche parole, il mondo privilegiato proprio dai grandi scrittori. Aiuta a sviscerare umori e amori, riflessioni e storie e calarsi completamente nella psicologia di un territorio e dei suoi abitanti. All’incredibile sensibilità fenogliana non è mai sfuggito tutto questo.



P.S.   Una osteria che sulle guide blasonate proprio non ci vuole stare 

Tra le Langhe c’è ancora oggi una trattoria, un po’ schiva per scelta e un po’ segreta per gli avventori che la domenica ne affollano le tavole, dove il balon elastico è l’indiscusso protagonista. Alle pareti a fianco al bancone, una collezione di fotografie e di ritagli di giornale raccontano per immagini la storia dei grandi campioni, visi fieri e fisici asciutti, scolpiti nel bianco e nero della carta. Nelle foto migliaia di persona si affollano sugli spalti, la piazza la fa la gente facendo rettangolo attorno alla partita. Una densità umana che sa di coro a chi la guarda oltre la cornice. E ci trova gli stessi visi di ieri e di oggi, i volti degli uomini di langa.

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